Forfettari e bonus edilizi

I contribuenti che adottano il regime forfettario sono contribuenti il cui reddito imponibile viene determinato derogando alle regole ordinarie; ma applicando all’ammontare dei ricavi/compensi conseguiti uno specifico coefficiente di redditività differenziato in base all’attività svolta. Per tali contribuenti, pertanto non spetta alcun beneficio in termini di detrazioni e di deduzioni (con la sola esclusione dei contributi previdenziali). Nonostante ciò anche per questi contribuenti vi possono essere le condizioni per sfruttare diversi bonus previsti per il recupero del patrimonio edilizio.

Le alternative

A) Tra le novità introdotte dal Dl 34/2020 e la circolare dell’Agenzia Entrate n. 24/E/2020 in materia di superbonus 110%, viene precisato che i contribuenti forfetari hanno diritto a fruire del beneficio optando per la cessione del credito o per lo sconto in fattura. La stessa agenzia precisa che le medesime conclusioni valgono anche per gli altri bonus previsti dall’art. 121 dello stesso Decreto Rilancio ossia il bonus facciate, l’ecobonus, il sismabonus, la detrazione per l’installazione dei pannelli fotovoltaici e le colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, detrazione per il recupero edilizio ordinario (ad eccezione per il bonus mobili ed il bonus verde per i quali il legislatore italiano non ha previsto la possibilità della cessione del credito né lo sconto in fattura).

Attenzione però: ad oggi, la cessione e lo sconto fattura sono opzioni che il legislatore ha previsto per tutti i bonus ma limitatamente alle spese sostenute nel 2020 e 2021; per le sole spese relative a interventi che danno diritto al superbonus è possibile optare per la cessione o per lo sconto anche con riferimento alle spese sostenute nel 2022. Qualora non venga, per il futuro, confermata la possibilità di fruire di una alternativa alla detrazione diretta, è preclusa la fruizione ai forfettari.

B) Resta tuttavia una seconda possibilità; qualora i forfettari possiedano anche redditi che concorrono alla formazione del reddito complessivo, potranno utilizzare direttamente le detrazioni in diminuzione dalla corrispondente imposta lorda (ad esempio, al caso del contribuente forfettario che svolga anche una attività di lavoro dipendente)

Cos’è la cessione del credito?

La cessione del credito d’imposta è la possibilità che lo Stato offre al contribuente di rinunciare all’utilizzo diretto della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi e di optare, in alternativa, per la cessione del relativo credito d’imposta (di pari ammontare) ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e altri intermediari finanziari. In questo caso le incombenze della fatturazione e successivo pagamento con specifico bonifico parlante restano inalterate, ma invece che usare la detrazione nella propria dichiarazione dei redditi il titolare può cedere la propria detrazione ad un soggetto terzo (una banca o le poste) la quale gli viene pagata trattenendosi una quota parte di interessi.

Per fare un esempio pratico: se il contribuente, per un intervento di riqualificazione energetica (detrazione 65%) sulla propria abitazione deve recuperare dal fisco 10.000 euro, dopo aver pagato l’impresa può cedere quel credito di 10.000 euro d’imposta che il fisco gli avrebbe rimborsato in 10 anni ad un istituto di credito o intermediario finanziario: di conseguenza finanziariamente deve sborsare solamente la parte del lavoro non coperta dal credito ossia il 35%. In questo modo il contribuente potrà monetizzare subito il credito fiscale anziché attendere il rimborso dal fisco in 10 anni.

Che cos’è lo sconto in fattura?

Lo sconto in fattura è la possibilità dell’impresa esecutrice dei lavori di applicare alla propria fattura la percentuale di detrazione (50%, 65% o 110% che sia) e scontare al cliente tale somma; in questo modo il cliente non sarà titolare di alcuna detrazione fiscale, ma al contrario il titolare della detrazione sarà l’impresa esecutrice che ha applicato lo sconto. In particolare all’atto di pagamento il cliente consumatore finale pagherà solo la differenza della fattura ossia l’importo non coperto dalla detrazione fiscale. Per fare un esempio, un cliente acquista infissi in pvc per un totale in fattura di € 10.000,00 (iva trasporto e montaggio inclusi) beneficiando dello sconto in fattura del 50%. Il cliente paga solo la metà € 5.000,00 cedendo il credito alla società che esegue i lavori (il 50% viene scontato subito e non messo in detrazione per 10 anni), pertanto finanziariamente dovrà pagare solamente i € 5.000,00 restanti.


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